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Manovra: oltre ai dividendi potrebbe arrivare stretta su plusvalenze PEX

Un emendamento propone requisiti selettivi anche al regime delle plusvalenze

C’è preoccupazione per il nuovo emendamento che propone, superando quanto previsto dall’articolo n. 87, comma 2 del Tuir, di operare una stretta anche la regime delle plusvalenze PEX consentendo l’esenzione del 95% solo qualora la quota di partecipazione detenuta raggiunga almeno il 5% del capitale sociale. In caso contrario le PEX, non godendo di tassazione agevolata, si ritroverebbero dunque integralmente a sommarsi agli altri redditi imponibili. Sarebbe prevista come unica alternativa che, al mancato raggiungimento della soglia del 5%, corrisponda un valore fiscale superiore ai 2,5 milioni: in questo caso le PEX continuerebbero a beneficiare della pregressa agevolazione.

 

La nuova Legge di Bilancio desta preoccupazione

Società di gestione e holding con investimenti su quote di minoranza o che operano con strumenti finanziari partecipativi guardano infatti con sconcerto l’articolo 18 del Ddl che impatterà pesantemente sui dividendi stravolgendo profondamente il regime finora in uso. A questo si aggiunge ora, tra gli oltre 400 emendamenti proposti, anche l’approccio selettivo alle plusvalenze delle società di capitali: scure che coinvolgerebbe sia le partecipazioni direttamente detenute, sia riconducibili ad una società per tramite di sue controllate.

 

Un cambio di paradigma che non si vedeva dal 2004

Correva il 2004 quando, al fine d’eliminare la doppia tassazione, il regime di dividend exemption introdotto dalla riforma Tremonti ha portato nel sistema fiscale del nostro Paese la parziale esenzione per i dividendi facendo sì che, da allora, la tassazione agevolata divenisse la norma. Il già citato articolo n. 89, comma 2 del Tuir ha significato per i soggetti Ires nessun reddito aggiunto nella misura del 95%, con conseguente tassazione pari al 5% dell’ammontare (con aliquota pari al 24% un onere fiscale pari all’1,2%). Per società di persone e persone fisiche in regime d’impresa, invece, come da articolo n. 59 del Tuir il regime ha comportato la formazione del reddito da dividendi nella misura del 58,14%.

 

Incertezza e riduzione degli investimenti

Il Ddl di prossima approvazione e la preoccupante piega suggerita dagli ultimi emendamenti proposti, prefigura una deriva dell’equilibrio tra tassazione del reddito prodotto e reddito distribuito. L’addio a vent’anni di tassazione agevolata, per via della loro ridotta convenienza fiscale comporterà di certo una contrazione degli investimenti. Non è un caso, del resto, che molte realtà stiano già valutando nuove strategie di investimento, mentre si assiste alla corsa a delibere di distribuzione degli utili entro la fine dell’anno.