Smantellamento e ripristino cespiti azienda, industria, società- sicurezza e ambiente. Studio Gnecchi

Costi di smantellamento e/o ripristino: il nuovo modello contabile riprende lo IAS 16.

Difficoltà d’uso del nuovo modello contabile unico a un anno dalla sua introduzione

Nel marzo 2024 l’Organismo Italiano di Contabilità introduceva, modificando i precedenti documenti OIC 16 e OIC 31, un nuovo modello contabile unico ove iscrivere i vari oneri di smantellamento cespiti e ripristino siti su cui gli stessi insistano a seguito della loro naturale fine vita produttiva o qualora si palesino rischi ambientali o di sicurezza che ne impongano l’eliminazione.

 

Come si procedeva in precedenza

Gli eventuali costi sostenuti dalle aziende per ottemperare a quanto necessario, prima della modifica, erano registrati come un accantonamento di bilancio calcolato sulla base di stime periodicamente aggiornate. Al momento dell’eventuale esborso l’azienda procedeva dunque a ridurre il fondo a bilancio. Col nuovo modello, di contro, è fatto obbligo d’introdurre un fondo espressamente dedicato che va man mano attualizzato in base a valore del cespite di riferimento e previsioni di spesa per suo smantellamento e ripristino area d’interesse.

 

Il cambio di rotta che complica gli adempimenti

Tra gli accorgimenti necessari del nuovo modello contabile spiccano, come accennato, l’iscrizione della stima degli oneri ad incremento del costo del cespite cui aggiungere, nel momento in cui è ufficializzato l’obbligo di smantellamento, una contropartita nel “fondo per oneri smantellamento e/o ripristino”.

E se il bene in oggetto è detenuto sotto locazione o simile? In questo caso la contropartita andrà iscritta sotto la voce “Altre attività immateriali” e ammortizzata considerando il minor lasso di tempo tra vita utile del bene stesso e la prevista durata in cui l’azienda ne abbia in diritto l’uso. Questo caso è solo uno dei tanti che complica l’applicazione del novo modello contabile, che trova la sua massima difficoltà laddove l’azienda abbia iscritto cespiti tra i più vari per tipologia, caratteristiche, durata, svalutazione o complessità di riconversione (come nel caso di certi terreni o fabbricati). Difficoltà interessano inoltre il calcolo del valore di nuovi macchinari o parti di essi (magari già acquisiti a magazzino) da impiegare nel normale processo di manutenzione-sostituzione di un impianto produttivo. Si stanno infine delineando difficoltà interpretative del modello anche in caso di trasferimento dei beni ad altra sede non gravata da occorrenze ambientali o di sicurezza.

 

I due approcci al nuovo modello

Due i modi di ottemperare agli adempimenti:

–       Metodo retrospettico (opera alla rettifica del saldo iniziale e del risultato dei precedenti esercizi, applicando quindi il nuovo modello in modo retrospettivo così da avvantaggiare la migliore comparazione dei dati passati e presenti e, di fatto, riscrivendo la storia contabile come se si fosse da sempre operato in questo modo).

–       Metodo prospettico (applica il nuovo modello contabile a partire, per gli impianti neo allestiti, dal momento in cui gli stessi vengono sostituiti ai precedenti. Così facendo sconta il limite di non poter procedere a comparazione tra periodi pregressi e successivi. Rinunciando alla retroattività, tuttavia, s’avvantaggia in termini di praticità e semplicità operativa).