La condizione del limite reddituale andrà verificata alla data del 31 dicembre 2023
Il Decreto Lavoro, convertito con alcune modifiche nella Legge n. 85 del 3 luglio scorso , ha innalzato per il 2023 la soglia di bonus per il lavoratore dipendente con figli a carico a 3mila euro. Il fringe benefit, come indicato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare 23/E del 1° agosto, interessa tanto i lavoratori dipendenti che quanti abbiano redditi a quelli assimilabili, ed è riconosciuto in misura intera ad ognuno dei genitori anche se di un unico figlio (purché fiscalmente a carico di entrambi) per un totale, dunque, di 6mila euro.
Cosa sono i fringe benefit
Sono benefici di natura retributiva non liberale erogati dall’azienda ai propri dipendenti non già sotto forma diretta di denaro ma attraverso beni o servizi. Apprezzatissimo strumento di welfare, vede sempre più aziende ricorrervi in ragione degli indubbi vantaggi di riduzione del carico contributivo e fiscale rispetto agli emolumenti monetari, non ultimo concorrendo ad incentivante e fidelizzare il dipendente. In accordo col datore di lavoro i fringe benefit possono essere riconosciuti anche al singolo lavoratore e, in base al limite d’esenzione fissato dallo Stato, non concorrono (a differenza del tradizionale welfare aziendale) a formare reddito se inferiori alla cifra stabilita quale tetto per il relativo periodo d’imposta.
I vantaggi per i dipendenti con figli a carico
Per il solo 2023 l’art.40 del Decreto Lavoro ha introdotto una misura volta a derogare il tetto previsto dall’art. 51, comma 3, ultimo periodo, del Tuir, innalzando a 3mila euro il limite d’esenzione dei fringe benefit per i genitori con figlio fiscalmente a carico. Tra i benefit che è possibile ricondurvi figurano anche eventuali somme erogate o rimborsate per il pagamento d’utenze domestiche del servizio idrico integrato, energia elettrica e gas. Sempre nella soglia dei 3mila euro possono infine esser fatti confluire benefit concessi al dipendente come premio di risultato detassabile, e la stessa è cumulabile con l’esenzione dei 200 euro prevista per buoni benzina. Attenzione però: se il previsto tetto fosse ecceduto il percipiente della misura dovrà corrispondere il dovuto tassato non solo sull’eccedenza ma sull’intera somma.
A stabilire se il lavoratore dipendente abbia i requisiti in regola per fruire dell’agevolazione è l’art. 12 del Tuir, che stabilisce come fiscalmente “a carico” siano da intendersi i figli che non superino i 24 anni d’età e abbiano percepito per l’annualità di riferimento un reddito pari o inferiore ai 2.840,51 euro, 4mila nel caso abbiano superato i 24 anni.
Entrambi i genitori possono beneficiare dell’agevolazione anche qualora non abbiano diritto alla detrazione a seguito del percepimento dell’assegno unico e universale. Anche qualora sussistesse un accordo volto ad attribuire l’intera detrazione del figlio al genitore con reddito più elevato, se lo stesso risulta a carico d’ambedue, ognuno avrebbe parimenti diritto al beneficio del fringe benefit con tetto a 3mila euro.
Come procedere
Per acceder al beneficio l’Agenzia delle Entrate spiega come: “il lavoratore deve dichiarare al proprio datore di lavoro di averne diritto, indicando il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico. Non essendo prevista una forma specifica per questa dichiarazione, la stessa può essere resa secondo modalità concordate tra le due parti. Naturalmente, al venir meno dei presupposti per l’agevolazione – per esempio nel caso in cui, nel corso dell’anno, un figlio non sia più fiscalmente a carico – il dipendente è tenuto a darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro. Quest’ultimo recupererà quindi il beneficio non spettante nei periodi di paga successivi e, comunque, entro i termini per le operazioni di conguaglio”.