Cessione o agevolazione beni ai soci: torna la tassazione agevolata

Dal Ddl 2023 introdotta l’aliquota all’8%. C’è tempo fino al 30 settembre prossimo

In molti l’attendevano e ora, dopo più di cinque anni dal termine dell’ultima assegnazione agevolata, il Governo ha deciso per la reintroduzione della misura: agevolazioni fiscali temporanee per le cessioni o assegnazioni ai soci di beni da parte delle società (incluse quelle non operative).

Srl, Snc, Sas, Spa, ma anche società in accomandita per azioni: queste le realtà che potranno beneficiare di un’aliquota sostitutiva dell’8% qualora decidessero d’assegnare o cedere beni immobili (diversi da quelli utilizzati esclusivamente per l’esercizio dell’impresa commerciale) e beni mobili (purché iscritti in pubblici registri e non utilizzati come beni strumentali nell’attività propria dell’impresa). La misura è contenuta nei commi dal 96 e seguenti della legge di Bilancio.

Assegnazione e cessione di beni: cosa sono e perché convengono

È, con l’attribuzione di denaro, lo strumento societario attraverso cui distribuire utili o restituire capitali. Di norma questo prevederebbe una tassazione IRES ordinaria (cioè del 24%), quella progressiva di IRPEF, e un IRAP pari al 3,9% (eccezion fatta per maggiorazioni regionali o di settore). Con la manovra 2023, tuttavia, sono stati introdotti degli indubbi vantaggi: vediamo quali.

  • Le imposte dirette

L’assegnazione d’un bene prevede di dedurre dal valore di mercato il costo fiscale, così da formare la plusvalenza su cui il regime ordinario calcolerà le imposte. La manovra, di contro, sostituisce le imposte dirette con un’unica imposta omnicomprensiva, un’aliquota piatta pari all’8%. Salirà al 10,5% solo in caso di società che risultino non operative per due o più dei tre periodi d’imposta precedenti a quello dell’assegnazione, il 13% interesserà invece la trasformazione delle imprese con oggetto esclusivo o principale la gestione di beni in società semplici.

  • Le imposte indirette

In questo caso va chiarito se l’assegnazione sia o meno da assoggettarsi ad Iva. Se così non fosse, l’assegnazione sarà soggetta ad imposta proporzionale di registro, che beneficerà di un’agevolazione pari alla metà del dovuto. Se assoggettata ad Iva, invece, non subirà l’imposta di registro, ma andrà allora verificato se per caso non comporti imposte ipotecarie o catastali. Grazie all’assegnazione agevolata, tuttavia, incideranno per soli 200 euro l’una.

  • Base imponibile

Uno dei vantaggi dell’assegnazione agevolata interessa infine la possibilità di scegliere, per propria convenienza, se corrispondere le imposte sulla base del valore catastale invece che quello normale (cioè, in linea di massima, quello di mercato).

Criteri per poter usufruire dell’agevolazione

Oltre alle caratteristiche dei beni e le tipologie di società sopra indicate, perché un socio possa beneficiare di questi vantaggi fiscali dovrà risultare iscritto come tale alla data del 30 settembre scorso. È tuttavia prevista una deroga: qualora un titolo di trasferimento attesti una data anteriore all’1ottobre 2022 e il socio s’iscriva al libro entro il 30 gennaio 2023, questi potrà rientrare a pieno titolo tra i fruitori dell’agevolazione.

Tempistiche

Cessioni, assegnazioni o trasformazioni in società semplici agevolate sono operazioni da portare a compimento entro e non oltre il 30 settembre 2023. Per la stessa data dovrà essere versato il 60% dell’imposta sostitutiva, mentre il rimanente potrà essere corrisposto entro il 30 novembre seguente.

Lo strumento introdotto dalla manovra è senza dubbio molto interessante. Alcuni aspetti non vanno tuttavia tralasciati e il trattamento Iva dell’eventuale assegnazione è uno di questi: innumerevoli sono infatti fattori da prendere in considerazione, dal suo periodo d’acquisto alle successive detrazioni d‘imposta e così via. Per non rischiare brutte sorprese, dunque, affidatevi sempre a professionisti di specchiata capacità e fiducia.