Dl di riforma fiscalità internazionale: la bozza alla Camera dei deputati

Dopo l’approvazione preliminare del Consiglio dei Ministri procede l’iter: ecco le novità

Residenza fiscale delle persone fisiche e giuridiche, aiuti di Stato, semplificazione della disciplina dei soggetti esteri controllati, trasferimento delle attività economiche nel nostro Paese, regime agevolato agli impatriati, imposizione minima globale: sono questi i punti salienti della bozza di decreto che il 16 ottobre è stato approvato in via preliminare dal Governo. Il testo di attuazione della riforma fiscale internazionale è passato quindi il 7 novembre scorso al vaglio della Camera dei deputati.

La Legge n. 111 del 9 agosto 2023 ha fissato in 24 mesi il termine ante quem dare il la alla revisione del sistema tributario internazionale. Analizziamone dunque gli elementi cardine su cui sono al lavoro le commissioni:

 

Residenza fiscale delle persone fisiche: l’obiettivo è sostituire al datato criterio civilistico del domicilio quello di natura sostanziale e della presenza fisica in uno Stato. Così facendo l’Italia si allineerà a quanto già in uso negli altri Paesi evitando doppie imposizioni.

Residenza fiscale delle persone giuridiche: a quanto già previsto dall’art. 73 del Tuir si vuole aggiungere i criteri di sede di direzione effettiva o della gestione ordinaria in via principale, non ultimo oggetto di una più esaustiva definizione.

Aiuti di Stato: un nuovo quadro giuridico di riferimento vuol essere funzionale all’introduzione di una politica d’incentivi in linea con quanto disciplinato a livello europeo (articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento UE).

Soggetti esteri controllati: la disciplina conoscerà, secondo quanto previsto dalla bozza, interventi di semplificazione e coordinamento, oltre che l’applicazione della disciplina CFC esclusivamente in caso di tassazione effettiva inferiore al 15%.

Trasferimento in Italia delle attività economiche: agevolazioni all’introduzione nel nostro Paese di attività d’impresa ed esercizio in forma associata di arti e professioni, se di provenienza da uno Stato non appartenente all’Unione europea o allo spazio economico europeo. È previsto in questi casi un abbattimento del 50% del reddito imponibile.

Regime agevolato agli impatriati: i lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiranno la residenza fiscale in Italia, se dotati di requisiti d’elevata qualificazione o specializzazione, potranno godere di un nuovo regime agevolato fino a 5 anni di seguito e una riduzione della tassazione del 50% fino a 600mila euro di reddito agevolabile.

“Global minimum tax”: in ossequio alla Direttiva UE 2523 del 15 dicembre 2022 il prossimo 1° gennaio dovrebbe vedere l’introduzione di quello che è considerato il secondo pilastro della riforma fiscale su scala mondiale (139 i Paesi coinvolti), con l’imposta minima del 15% sulla tassazione per le multinazionali.