Sempre più aziende scelgono di essere “Società Benefit”, ma perché?

Governance, lavoratori, comunità, ambiente, clienti: questi i potenziali fattori BIA

Per molti rappresentano la naturale evoluzione del concetto di azienda: sono le “Società Benefit” (SB), che integrano nel proprio oggetto sociale, accanto al profitto, specifici obbiettivi a tema sociale o ambientale. Costruite su solide basi giuresprudenziali, le SB pongono al sicuro dette finalità non solo da eventuali aumenti di capitale o mutamenti apicali, ma perfino passaggi generazionali o quotazioni in borsa. Fatte per durare, dunque, ma anche per risultare più apprezzate ad un mercato sempre più sensibile a temi di business valoriale. Nel 2016 l’Italia è stata la prima in Europa a introdurre la nuova forma giuridica aziendale in precedenza appannaggio USA, e a distanza di sei anni la scelta pare rivelarsi vincente.

 

Adempimenti delle Società Benefit

Le SB possono essere costituite come società di capitali, di persone o cooperative, ma in subordine a specifici adempimenti:

  • l’oggetto sociale deve espressamente indicare le finalità di beneficio comune;
  • deve figurare un “benefit direct”;
  • redazione annuale sull’attività di pubblica utilità;
  • benefit report puntualmente reperibile ed edito sul sito web aziendale.

Per le SB vige inoltre l’obbligo di monitoraggio ed eventuale sanzionamento da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

 

Cosa si intende per “beneficio comune”?

È considerata tale ogni attività volta al perseguimento di uno o più effetti benefici su persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interessi. Le SB sono tenute ad operare a tal fine in modo sostenibile, responsabile e trasparente, bilanciando l’interesse dei soci con quello della collettività.

E se tutto questo potrebbe far pensare disincentivi l’apertura di Società Benefit, i numeri confermano al contrario il trend in crescita: se nel 2020 le SB erano infatti 441 (di cui attive solo 346), il 2022 ha contato ben 2.146 Assobenefit, per lo più con sede in Lombardia, Lazio, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna.

 

Differenza tra Società Benefit e B-corp

 Entrambe sono aziende promotrici di un paradigma di business “for profit” ma con metodologie e processi a impatto positivo sociale o di biosfera. Tuttavia una distinzione è d’obbligo: la Società Benefit è una forma giuridica assumibile sulla base di una specifica propensione che osservi gli adempimenti sopra descritti, mentre la “B-corp” è una certificazione ottenibile solo previo assessment di valutazione sulla sostenibilità delle proprie performance Esg. Possono fregiarsene nello specifico, dunque, solo aziende che soddisfino elevati standard di trasparenza, responsabilità e sostenibilità.

La valutazione propedeutica a rilascio della certificazione B-corp, nello specifico, prende in esame non già prodotti o servizi, ma l’intera performance sociale e ambientale, ivi comprese operazioni, modello di business, ma anche etica, inclusione, impatto sull’ambiente e sulla comunità dove operi o è inserita l’azienda e, non ultimo, il trattamento di dipendenti e lavoratori. Oggi nel mondo si contano oltre 4mila B-corp e, di queste, 120 sarebbero italiane.

 

Un fenomeno in espansione

Le Società Benefit sono frutto di un movimento globale che prende le mosse dalle problematiche climate change, ha trovato spinta nell’epidemia Covid-19, e sta raccogliendo consenso a seguito dell’attuale crisi energetica. Obbiettivo a lungo termine è quell’economia circolare che l’Agenda ONU 2030 ha tratteggiato nei 17 punti chiave. Propositi virtuosi che sempre più premiano le aziende attente alle tematiche ESG che, tuttavia, sappiano in proposito fornire reportistiche e rendicontazioni attente quanto performanti. Un nuovo modo d’intendere presente e futuro del business che piace e trasmette intrinseco valore all’azienda.